Tratto dalla fanzine n° 17 del fans club ufficiale di Mia Martini, Chez Mimì
“Ho seguito il criterio del cuore, ho scelto i brani che sono stati scritti non in nome del grosso impegno sociale, ma piuttosto in nome della fragilità umana e delle debolezze di questi artisti. Li ho cantati più come uomini. Originariamente, con Ivano Fossati, avevamo pensato di chiamare questo album Per niente facili, ispirandoci ai versi di La musica che gira intorno. Successivamente, ho abbandonato questa idea perché non volevo che qualcuno pensasse, equivocando, che la difficoltà consistesse nella interpretazione di questi brani. Con questo titolo volevo proprio seguire il senso di quello che Ivano esprime in La musica che gira intorno: per niente facili, questi artisti, questi uomini così poco allineati, così tortuosi come l’autostrada di Serravalle, come mi piace dire, personaggi assolutamente contorti, ma forse per questo credo che siano grandi. Ho deciso, quindi, di cambiare il titolo, anche se l’idea di base resta per me bellissima. Ho solo un piccolo dolore: che in questo album non abbia potuto inserire Pino Daniele perché è un artista che amo in toto e su di lui vorrei fare una quasi opera omnia, per cui ho pensato che, piuttosto metterci un solo pezzo, era meglio non inserire niente. Ho intenzione di dedicargli molto più tempo in un’altra occasione: sono pazza di Pino.
Il brano di apertura, l’unico inedito, è Viva l’amore di Mimmo Cavallo, dice delle cose molto amare, vere, pesantissime, ma lo fa con ironia. L’amore rappresenta il nostro continuo sprono a vivere, ad andare avanti, a essere dinamici, è il nostro ozono, non ce lo buchiamo, dobbiamo farlo rimanere intatto, altrimenti non abbiamo più ossigeno, bisogna sempre salvarlo.
I treni a vapore è una canzone che io amo moltissimo, naturalmente sorvoliamo sull’amore che provo per il suo autore, mi commuove tutte le volte che la sento. Mi ha colpito soprattutto l’interpretazione di Ivano nel suo live Buontempo e da qui è scaturita la scelta.
Zucchero mi ha ispirato Diamante in cui si parla della sua infanzia. Nella sua versione c’è questa voce della nonna che ho un po’ scimmiottato nel suo dialetto, divertendomi, poi ho voluto fargli uno scherzo: lui ama molto il blues, canta un po’ come i negri, nella sua versione dice “fai piano Delmo, i bambini grandi non piangono”, io l’ho cambiata in “fai piano Delmo, i bambini bianchi non piangono”. L’ho voluto prendere in giro. E’ un atto d’amore nei confronti di Zucchero che in questo testo, in cui è stato aiutato egregiamente da Francesco De Gregori, descrive un momento felice della sua infanzia.
Fiume Sand Creek parla di questa strage terribile, quando donne e bambini indiani furono massacrati nel sonno, che ha colpito la fantasia di Fabrizio De André: io, in questo splendido testo, ci trovo un grande amore.
Stella di mare è delicatissima, molto tenera e pervasa da un grande amore. Lucio Dalla ha scritto delle cose meravigliose e moltissime saranno migliori, ma è proprio questa canzone che nel contesto di questo disco mi ha colpito di più. Lucio è pazzo per il mare, tantissimi anni fa eravamo al Cantagiro (del 1971, n.d.r.), quando era ancora itinerante, una notte non riuscivo a dormire, mi sono affacciata alla finestra dell’albergo per fumare una sigaretta e giù in giardino c’era Lucio che stava sdraiato su una vasca a parlare con i pesci. Qualche anno dopo, quando ho sentito Com’è profondo il mare, ho avuto la conferma che il mare e i pesci li nomina spesso, nel senso che sono temi ricorrenti nei suoi testi.
In Tutto sbagliato baby, incontro come autori i fratelli Bennato: Eugenio ed Edoardo, artisti diversissimi tra di loro che io adoro e stimo in maniera pazzesca. Secondo me, anche questa è una canzone d’amore, mi ricorda quello splendido monologo che faceva in teatro Giorgio Gaber, Qualcuno era comunista, in cui parla del Partito come un amante deluso, tradito dalla sua stessa donna, considerandolo quasi una donna. Nel testo di Eugenio ed Edoardo io trovo lo stesso dolore che può provare un amante deluso. Anche in questo caso si tratta di una canzone d’amore, come se il Partito fosse una donna. Tra l’altro per questo brano, avendo seguito molto Eugenio nei suoi splendidi spettacoli teatrali e conosciuto questa sua grande passione per la musica etnica, ho voluto coinvolgere i Musicisti del Nilo con i loro strumenti particolari.
In La musica che gira intorno mi sono avvalsa di una grande solista, della grande cantante Aida Cooper che io adoro e che ha fatto un solo assolutamente splendido nel finale di questo brano. Originariamente lo avevamo registrato a due voci, dopo ho preferito togliere il mio intervento e lasciare quello suo.
Hotel Supramonte è una canzone che mi commuove tutte le volte che l’ascolto, naturalmente nella versione di Fabrizio. Mi ricorda questa tristissima storia della quale sono stati protagonisti tanti anni fa Dori e Fabrizio, quando sono stati rapiti e legati per nove mesi a un albero. Per me, ogni parola di questo testo è come vedere in un film le immagini di questi momenti terribili; oltretutto penso che questa storia abbia rafforzato il loro rapporto in maniera pazzesca, perché sono diventati una coppia meravigliosa. La loro unione è una di quelle indissolubili, che non finirà mai.
E a proposito di musica etnica, Fio Zanotti in La canzone popolare ha messo una cornamusa non vera, ma elettronica, campionata. Nell’idea di Ivano il pezzo nasce proprio con questa frase “alzati che si sta alzando la canzone popolare”, quasi a significare che in qualche maniera proveniamo tutti da questa musica.
L’incontro con Vasco Rossi è stato molto eccitante. E’ difficile scegliere un brano di Vasco, io lo amo molto, ma secondo me la sua voce, come quella di Lucio Battisti, ha una magia particolare. Entrambi non sono dei grandi interpreti, sono però così personali e danno un fascino molto speciale alle loro canzoni, per cui, dopo aver ascoltato le loro versioni, diventa molto difficile ricantarle. Ho scelto Dillo alla luna perché non mi sentivo in grado di dare la stessa magia ad altri brani che sono troppo suoi, particolari; spero con questo brano di esserci riuscita. Un altro motivo è legato al testo che mi coinvolge moltissimo, io odio tutto ciò che è statico, fotografico, io amo tutte le situazioni vere, reali e il linguaggio che Vasco usa in questo suo rapporto d’amore, quando scrive e canta “guardami in faccia quando mi parli”, così reale e crudo, mi fa impazzire. In questo brano mi sono fatta accompagnare anche dallo splendido Dodi Battaglia, che è uno dei più grandi chitarristi che abbiamo in Italia. Gli ho chiesto di farmi questo solo e lo ha fatto con grande gioia e spirito rock.
Mimì sarà è un grande capolavoro di Francesco De Gregori, un pezzo bello e importante come La donna cannone, però stranamente lo conosce pochissima gente. Me ne sono innamorata tanti anni fa, quando l’ho sentito nell’album bellissimo, ma poco conosciuto, Terra di nessuno. Non l’ho mai sentito da nessuna parte, tranne che a casa mia. Prima o poi dovevo cantarlo, anche questa è una grande canzone d’amore.
Piccolo uomo è un gesto d’amore verso i miei fans, volevo fare una cosa mia, e questo è l’inizio di una lunga serie e nei dischi futuri riprenderò, uno per volta, i miei pezzi vecchi che per me sono sempre bellissimi come Minuetto, Donna sola, Inno, Amanti e tanti altri. Sono stati incisi molti anni fa, per cui la maggior parte dei giovani non li conosce. Amo particolarmente Piccolo uomo, il mio primo grande successo. In questa nuova versione non c’è stato un grande stravolgimento, è abbastanza simile all’originale, anche perché non volevo fare un lifting, odio già i lifting umani: li considero stupidi. Figuriamoci nella musica! Piccolo uomo ormai è un nonnetto, però io lo trovo splendido e mi diverto ancora a cantarlo tutte le sere nei miei concerti”.