Come i treni a vapore… intervista rilasciata in esclusiva al fan club Chez Mimì nel novembre del 1994.
“Di stazione in stazione e di porta in porta, il dolore passerà”. Ed è così che immaginiamo la vita di Mimì, artista nomade in giro per l’Italia, senza una fissa dimora, con il suo bagaglio pieno di amore per la musica, unico strumento per superare le asperità. La incontriamo all’Hotel Ritz di Roma, dopo la sua partecipazione al Maurizio Costanzo Show. Tra poche ore ci sarà un treno che la porterà “nella livida e sprofondata per sua stessa mano Milano”. E’ affabile, disponibile, in contrasto con la fredda e piovosa giornata autunnale. Appare subito smaniosa di sapere le nostre impressioni su La musica che mi gira intorno… Allora, vi piace il nostro disco? Si, bellissimo, complimenti. Meno male, come cantante non mi potete licenziare (ride).
Noi abbiamo una lamentela con Sorrisi e Canzoni, visto che il disco non entra in classifica, nonostante la RTI affermi che il disco vende bene.
Mi hanno detto alla RTI che il disco è entrato in classifica, loro sono collegati con il computer di Musica e Dischi che riporta dati di vendita reali, ormai le classifiche ufficiali, quelle della RAI, non esistono più e quella di Sorrisi e Canzoni è abbastanza truccata. Presumono che tra qualche settimana dovrebbe fare il suo ingresso anche in altri giornali, speriamo bene. Purtroppo con Sorrisi e Canzoni siamo sempre in polemica, pure adesso che abbiamo la stessa bandiera, non ci sopportiamo, o quasi…
Alla RTI ci hanno detto che appariranno articoli dedicati a te su Sorrisi e Canzoni e su Tutto.
Su Tutto ho letto una bella recensione, c’hanno dato pure 10 e lode.
Sì, a Hotel Supramonte
Eh, ci credo, è un capolavoro, De André si è buttato per terra e si è messo a piangere quando è venuto allo studio di registrazione. Ogni volta che ascolta Hotel Supramonte sembra che stia in un confessionale, quasi in raccoglimento divino, non respira nemmeno; questa cosa mi fa impazzire, è stupendo Fabrizio. Sono stata a cena a casa sua a Milano, qualche giorno fa, c’era anche Beppe Grillo, un altro mio grande fan, gli ho dovuto regalare il mio disco, con dedica chiaramente. Sia Beppe che Fabrizio impazziscono per questo disco. Mi piace molto anche Dillo alla luna, è bellissima.
Dalla si è complimentato con te a Radio Italia, Ivano Fossati ha avuto parole di elogio, De André si è commosso. Cosa hanno detto gli altri cantautori su queste tue nuove riletture?
Aspetto che mi diano notizie, non so niente. Ho incontrato Edoardo Bennato a Domenica in, era felicissimo; anche se non aveva ancora sentito il pezzo. Eugenio, invece, come vi ho già detto, l’ha ascoltato, non ancora missato, alle prove di Viva Napoli, ed è impazzito, soprattutto quando ha saputo che c’erano i Musicisti del Nilo, lui li ha coinvolti spesso, nei suoi dischi, visto che ama molto la musica etnica. Zucchero ha sentito Diamante in studio e si è incazzato perché io dico “i bambini bianchi non piangono” invece di “i bambini grandi non piangono”. Mi ha dato della razzista, ma io non lo sono per niente, volevo semplicemente fargli una dedica scherzosa perché lui crede di essere un po’ negro, mentre io ho voluto ribadire: tu sei bianco (ride). Vasco si è arrabbiato, me lo ha riferito Fio Zanotti, quando ha saputo che avevo inciso Dillo alla luna e ha esclamato: ma come, ha messo soltanto uno dei miei pezzi, mentre di Fossati ce ne sono tre? Ma Fossati è speciale, la carne è carne (ride).
(Diventa a questo punto inevitabile, parlare di Ivano Fossati, croce e delizia di Mimì)
Hai ricevuto la biografia su Ivano Per niente facile? E’ mancato poco che il titolo del libro fosse uguale a quello pensato originariamente per il tuo album…
Eh sì, il titolo doveva essere quello.
Ivano ha dichiarato che tu sei la più grande interprete che abbiamo in Italia.
Sì. Dovrebbe, però, evitare di dirlo anche per la Mannoia (risata generale). Gli ho chiesto cosa ne pensasse del nuovo disco della Mannoia, non ha avuto coraggio a dirmi che è un bel disco. Lo ha ascoltato e si è limitato a dirmi che è un disco molto ricco. Ho ribadito che sono d’accordo, visto che è costato 800 milioni. Noi siamo poveri, spendiamo molto meno, ma il nostro disco è più bello, mi dispiace per lei. Nel nostro c’è tanto amore, lì ci sono tanti soldi. Mi hanno riferito, comunque, che è noiosissimo.
Hai ascoltato Piccola, piccola di Fossati? La Mannoia l’ha rovinata e abbiamo pensato che se la avessi interpretata tu…
Lei rovina tutto! Ragazzi I treni a vapore, che nella sua versione è di una freddezza allucinante, è un capolavoro. Lei lo ha reso noioso e per dargli un po’ di movimento ha fatto inserire a Fio Zanotti un passaggio di tono nell’unico pezzo in cui Fossati non l’ha messo, perché musicalmente non c’entra un cazzo. Non si può esprimere tecnicamente l’emozione facendo il passaggio di tono: l’emozione sta qua (porta la mano in direzione del cuore n.d.r.): nel cuore, nella testa. Lei è proprio piatta, riesce a rendere uguali canzoni di artisti così diversi tra di loro, sembra che siano state scritte dallo stesso autore e non si tratta di gente anonima. E’ bravissima in questo, nel senso che è molto difficile riuscire a farli sembrare una identica persona. Non è male!
De Gregori ha ascoltato la tua versione di Mimì sarà?
Ah, non lo so, non si è fatto vivo. L’ho interpretata al Maurizio Costanzo Show, ora vediamo se si fa sentire.
Ci hai regalato un’emozionante interpretazione, alcuni di noi, presenti a teatro, si sono alzati in piedi per applaudirti.
Vi è piaciuta? Avevo preparato anche I treni a vapore, ma non c’è stato lo spazio.
Nella classifica dei tuoi brani, redatta dai fans che hanno telefonato al programma di Luciano Rispoli Le mille e una notte del tappeto volante, si è piazzato inaspettatamente al quinto posto Bolero, una tua incisione dei primi anni ’70. Che effetto ti ha fatto?
Mi ha sorpreso. Non ci pensavo proprio.
Qualche mese fa, ci hai chiesto di preparare una lista di brani del periodo Ricordi che avresti dovuto cantare nel secondo tempo della tua prossima tournée. Ti sarai accorta che ai primi posti si sono classificati Bolero e Il guerriero.
Bene. Bolero e Il guerriero sono delle belle canzoni, ma, ragazzi oggi non ho più voglia di cantare questi pezzi, musicalmente validi, che hanno però dei testi che affrontano temi da ragazzini. Una donna della mia età sa bene come risolvere i problemi che ha con il suo uomo, non li potrei affrontare come quando avevo venti anni, per cui mi viene da ridere pensando di reinterpretare questi pezzi.
Non c’è, quindi, alcuna possibilità che possano essere ricantate?
Mi annoiano. Che fai, dopo aver cantato pezzi come Hotel Supramonte e Mimì sarà, torni indietro? Sarebbe ridicolo. Riproporrò, invece, ancora una volta, brani come Dove il cielo va a finire, Inno, Donna sola, che potranno essere ascoltate e viste in Per aspera ad astra, se la RTI riuscirà a farlo pubblicare, e anche Amanti che è un pezzo bellissimo.
Pensi di rispolverare E stelle stan piovendo?
Come posso cantare a 47 anni la storia di una ragazza che fa l’amore per la prima volta? E’ meglio ascoltare le versioni originali che sono sempre belle. Ci sono, comunque, come ho detto prima, canzoni che ancora oggi riesco a interpretare senza sentirmi ridicola, perché hanno dei testi un pochino più importanti. Se non ho un testo che mi coinvolge, non riesco a cantare, non c’è niente da fare, ho bisogno di esprimere contenuti di un certo spessore, questo è ormai il mio limite, ragazzi.
Sarà difficile, allora, preparare un disco di inediti?
Sì, ma noi ci rimbocchiamo le maniche.
Noi che possiamo fare?
Aspettare. Lo avete sempre fatto, non mi pare di avervi deluso, fino a oggi. Questo disco l’ho realizzato scappando dai topi, non dimenticatelo. Questi mi “rodevano il culo” e io a cantare Hotel Supramonte con i topi dietro. Ce l’ho fatta, comunque, con pochi soldi, molto amore e una grande forza di volontà che mi ha permesso di vincere delle prove terribili.
Parliamo della tua prossima tournée.
Finché non trovo una casa, non me la sento di iniziare una tournée, perché non è possibile lavorare negli alberghi o nei residence. Ho bisogno dei miei spazi, dei miei strumenti, dei miei archivi di musica, partiture, dischi. Voglio preparare una tournée seria e registrare un live. Ormai ho 47 anni, ho poco tempo, non voglio fare più niente che non rimanga nella storia, lo faccio per voi, perché poi da cadavere valgo di più. I dischi postumi sono gettonatissimi. Quando non ci sarà più, la “Vostra Signora” farà i miliardi. Non voglio partire con una tournée senza aver preparato qualcosa di bello, anche perché mi sono esibita tante volte nella vita che fare un concerto normale non mi diverte; preferisco realizzare una tournée bellissima che abbia un senso, come Per aspera ad astra.
Magari con una grande orchestra o una big band.
Desidero coinvolgere musicisti africani, li amo troppo, seguire così le orme di Paul Simon, con loro vorrei dare nuova linfa vitale, in modo giusto, a brani particolari del mio vecchio repertorio come Lucy o Spegni la testa.
Potresti fare, per esempio, Agapimu.
Si presta alla musica etnica, ho intenzione anche di riarrangiare Ninetta di Mimmo Cavallo e, sempre dello stesso autore, Danza Pagana che, realizzata con questi musicisti, dovrebbe trasformarsi in un capolavoro.
Chiamerai i musicisti del Nilo?
Anche! Visto che sono stupendi con i loro strumenti, ma voglio curare soprattutto la sezione ritmica (basso, percussioni, batteria) e magari coinvolgere pure un pianista italiano.
Chi potrebbe essere?
Ci devo pensare.
C’è sempre questa idea di dedicare la prima parte a Fossati e De André?
Sì, ho già cominciato a selezionare i pezzi.
Noi vorremmo suggerirti Se ti dicessi che ti amo di Fossati e La canzone dell’amore perduto di De André.
Ah, che meraviglia! (l’esclamazione è riferita al brano di De André, n.d.r.). Su Fossati mi sto orientando su brani come Discanto e Il pilota. Ho già incluso La canzone dell’amore perduto di De André, ce n’è anche un’altra che ha nel titolo la parola amore, non ricordo il titolo…
Forse si tratta di Amore che vieni amore cha vai?
Sì, proprio questa, è bellissima.
Non abbiamo speranze che tu possa cantare Se ti dicessi che ti amo?
Ci penserò. Va bene?
Ti anticipiamo che sul prossimo numero, Chez Mimì stamperà su carta ecologica.
Ah, che bravi! Mi piace molto l’idea. Anni fa, sono stata una delle prime a iscrivermi al WWF, quando ancora era al di fuori di ogni sospetto. Adesso non ci credo molto, però penso che valga la pena partecipare. Noi possiamo riporre ancora la nostra fiducia, poi solo loro sanno come usano la nostra fede. Guardate che sta succedendo con questo stupro esercitato continuamente alla natura. Se avessero costruito di meno, bruciato meno alberi, sicuramente avremmo più difese naturali. Mi spaventa quello che dice Lubrano sul fatto che, attraverso i satelliti, si è visto che la conformazione fisica dell’Italia non ha più la forma di uno stivale. Questa notizia mi sconvolge, mi ero affezionata allo stivaletto. Adesso chissà a cosa sembra, forse a degli accrocchi strani. Va bene, ragazzi, vi saluto. Sono contenta che avete ancora la pazienza di sopportarmi, non è poco! Ci sentiamo al più presto.
Una risposta su “Intervista esclusiva a Mia Martini per Chez Mimì”
L’ho amata dal primo giorno in cui l’ho vista e ascoltata (1971 – io avevo 9 anni) e da allora non ho mai smesso un momento, neppure nei periodi più bui. Per favore valorizzate anche i pezzi meno conosciuti come Bambolina e dite sempre che era, forse non la più brava, ma la migliore interprete del mondo.